REPUBBLICA MILANO
Dir. Resp. Mario Orfeo
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Edizione del 04/07/2025
Estratto da pag. 5
Dossier San Siro cosa manca per chiudere - Dal dibattito in aula ai tempi gli ultimi nodi da sciogliere per la vendita di San Siro
Dossier San Siro cosa manca per chiudere Dal dibattito in aula ai tempi gli ultimi nodi da sciogliere per la vendita di San Siro i tratta quasi h 24 per trovare l’accordo sulla vendita di San Siro. I punti oggetto di negoziazione tra Comune e squadre sono diversi: si va dal prezzo di vendita alle tranche e ai tempi di pagamento; dalla struttura della società veicolo che acquisterà il Meazza e le aree intorno alle garanzie anti speculazione. Il tutto con la fretta di chiudere entro l’arrivo, a novembre, del vincolo sul secondo anello. E sullo sfondo ci sono ben cinque ricorsi che pendono sul dossier. S di FEDERICA VENNI A a pagina 5 di FEDERICA VENNI Sono ancora molti i punti da definire e riguardano sia la fase negoziale sia la tutela del bene pubblico e il confronto politico i tratta quasi h 24 per trovare l’accordo sulla vendita di San Siro. Tra fondi, squadre e Comune c’è ottimismo, tanto che qualcuno, data l’accelerata delle ultime ore, non esclude di chiudere il tavolo entro la fine di questa settimana. I punti ancora da definire però sono molti e riguardano sia la fase negoziale in sé, sia tutto ciò che gira e girerà intorno all’operazione. Ecco che cosa preoccupa, o preme, le parti. S Il prezzo Non c’è solo una cifra da limare (la base di partenza sono i 197 milioni di euro definiti dall’Agenzia delle entrate e vidimati dai consulenti di Politecnico e Bocconi), ma anche tempi di pagamento da definire. Dall’importo le squadre avrebbero voluto detrarre i costi delle demolizioni del Meazza ma il Comune ha detto di no. Pare ci sia invece una leggera apertura sulle bonifiche, in particolare su quelle dei terreni destinati a verde, ma si tratta di uno sconto che arriverebbe a lavori ultimati, con la riconsegna del parco pubblico al Comune, cioè dopo il 2030. E poi: come sarà pagata la Scala del calcio con le aree intorno? In quante tranche? Di certo nessuno ha 200 milioni da sborsare al rogito. La società d’acquisto Altro scoglio di cui si è parlato molto in questi giorni: Palazzo Marino vuole che la società veicolo che acquisterà abbia al suo interno Inter e Milan e non soltanto i fondi proprietari Oaktree e RedBird. Il motivo è semplice: se ci sono i club, la cessione di San Siro resta nel perimetro della legge sugli stadi che mette la tutela dello sport in cima ai suoi obiettivi. Se le squadre non ci sono, parliamo di un Comune che vende un bene della città a due fondi di investimento. Si perderebbe così il pubblico interesse richiesto dalla normativa. Si lavora anche sulle clausole da inserire per evitare che la vendita dello stadio, ma soprattutto dei terreni che lo circondano, si trasformi in una manovra finanziaria e speculativa: si studia quindi come applicare una sorta di divieto di rivendere le aree o di cedere i diritti edificatori. Chi acquista deve anche sviluppare, in sintesi. Poi: al rogito sia Inter che Milan dovranno firmare anche l’addio alle ipotesi Rozzano e San Donato. I tempi Bisogna rogitare entro il 10 novembre perché se a quella data il Meazza resta di proprietà pubblica, secondo quanto stabilito dalla Soprintendenza scatta il vincolo sul secondo anello, facendo saltare tutto il piano. Sulla data del 10 novembre c’è un contenzioso aperto, però: il Comitato Verde San Siro ha fatto un esposto proprio alla Soprintendenza e ha scritto al ministro AlessanLa vendita dello stadio e il progetto per il nuovo Meazza sono al centro della trattativa Protagonista Katherine Ralph È la manager al vertice di Oaktree il fondo proprietario dell’Inter dro Giuli sostenendo, con foto allegate, che il vincolo sarebbe dovuto scattare ben prima, con il secondo anello già in parte operativo. La scorsa settimana il ministro, durante un’interrogazione al Senato, ha promesso approfondimenti, ma su questo punto, però, il sindaco si è sempre detto tranquillo. I passaggi istituzionali Sicuramente l’eventuale atto di cessione deve passare dall’ok della giunta di Palazzo Marino. Diversi consiglieri stanno anche chiedendo un voto dell’Aula, ma non c’è alcun obbligo perché una discussione in Consiglio comunale sul tema c’è già stata (anche se su un progetto diverso e non sulla vendita). Infine, dovrà essere attivata la Conferenza dei servizi. Mentre le trattative dei prossimi giorni andranno avanti tra tecnici, legali e funzionari, mercoledì al tavolo si sono seduti anche Sala, il presidente del Milan Paolo Scaroni e i top manager dei fondi proprietari, tra cui la managing director di Oaktree Katherine Ralph. Un modo, vedremo in questi giorni se efficace o meno, per dare un’accelerata. ---End text--- Author: Redazione Heading: Highlight: Protagonista Katherine Ralph È la manager al vertice di Oaktree il fondo proprietario dell’Inter I numeri 197 Milioni È il prezzo stabilito dalle Entrate per stadio e aree intorno 4 Mesi Il rogito va chiuso entro il 10 novembre altrimenti scatta il vincolo sul secondo anello 5 Ricorsi I comitati sono andati in procura e alla Corte dei Conti contro la vendita 2031 L’anno chiave Inter e Milan cominceranno a giocare nel nuovo stadio Image:La vendita dello stadio e il progetto per il nuovo Meazza sono al centro della trattativa -tit_org- Dossier San Siro cosa manca per chiudere Dal dibattito in aula ai tempi gli ultimi nodi da sciogliere per la vendita di San Siro -sec_org-