DIARIODIAC
Dir. Resp. Giorgio Santilli
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Edizione del 03/07/2025
Estratto da pag. 76
DI Infrastrutture: al via la battaglia sulla revisione prezzi, paruti con le Imprese. Corsa al recupero di opere PNC
ENTRA NEL VIVO ALLA CAMERA IL DECRETO LEGGE 73 Dl Infrastrutture: al via la battaglia sulla revisione prezzi, partiti con le imprese. Corsa al recupero di opere PNC 02 Lug 2025 di Giorgio Santilli Accantonati una ventina di emendamenti agli articoli 1 (Ponte sullo Stretto e programmazione) e 2 (codice appalti) su cui sono orientati a esprimere parere favorevole i relatori, che oggi presenteranno anche un pacchetto di 7-8 emendamenti propri. Sullo Stretto proposte bipartisan per il rafforzamento dei controlli antimafia. Possibilità di rifinanziare opere cancellate dal Piano nazionale complementare al Pnrr. Parere negativo sull’emendamento che sottrae all’obbligo di usare le piattaforme di approvvigionameno digitale (PAD) tutti gli appalti di importo inferiore a 5mila euro. Approvato finora solo l’emendamento Rotelli che semplifica i criteri ambientali minimi nei bandi. Depositata una proposta del governo che ricomprende fra le cause per la perdita di onorabilità anche il caso in cui la persona riceva una comunicazione antimafia interdittiva. Il nodo autostradale. Entra nel vivo, alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, l'esame del decreto legge Infrastrutture che fra oggi e lunedì prossimo dovrebbe essere approvato per poi approdare in Aula, dove è atteso il via libero definitivo entro giovedì prossimo. Ieri è cominciato l'esame degli articoli, con l'1 e il 2, temi subito di strettissima attualità, rispettivamente il Ponte sullo Stretto e il codice appalti. L'emendamento approvato Approvato solo l'emendamento 2.32 (Rotelli) che semplifica i criteri ambientali minimi (CAM) per le categorie di appalto "riferite agli interventi di ristrutturazione, inclusi quelli comportanti demolizione e ricostruzione": anziché "adeguati criteri definiti dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica", come è oggi, si dovranno utilizzare "i pertinenti criteri ambientali minimi relativi agli interventi edilizi". I pareri dei relatori Ma il cuore della giornata di ieri è stata la separazione fra gli emendamenti che hanno ricevuto parere negativo dai quattro relatori (Battistoni, Baldelli, Milani e Montemagni) da quelli che sono stati accantonati, in quanto suscettibili di ricevere con tutta probabilità un parere positivo, sia pure forse con integrazioni e riformulazioni che in questi casi possono essere richieste. Fermata la semplificazione dei microappalti sotto 5mila euro Tra i pareri bocciati senza rimedio quelli della maggioranza che intendevano sottrarre all'obbligo di usare le piattaforme di approvvigionameno digitale (PAD) tutti gli appalti di importo inferiore a 5mila euro (in coerenza con quanto l'ANAC sta facendo con comunicati del Presidente, ma in termini ancora più estensivi) e quelli di Pd e M5S che imponevano al governo di chiedere un parere alla commissione Ue di interpretazione dell'articolo 72 della direttiva 24/2014 (è la famosa norma che obbliga al rifacimento della gara nel caso di superamento dell'incremento del 50% dell'importo iniziale dell'appalto). Venti emendamenti agli articoli 1 e 2 vanno avanti Gli emendamenti accantonati che dovrebbero passare sono una ventina. Vanno segnalati per importanza quelli presentati dai partiti di maggioranza e opposizione per estendere la revisione prezzi prevista dal codice "modello lavori" (soglia al 3% e compensazione al 90%) anche ai servizi e alle forniture (che oggi hanno mantenuto la soglia al 5% con compensazione all'80%). I partiti sono scatenati su questo punto e daranno vita a una battaglia che dall'altra parte dovrebbe avere la Ragioneria generale, preoccupata dell'innalzamento dei costi degli appalti. Ancora più significativo del clima che si va creando alla Camera è il fatto che i relatori abbiano accantonato - senza esprimere parere negativo - l'emendamento M5S che abbassa al 2% la soglia per tutti (lavori, forniture e servizi). Appare pressoché impossibile che questo emendamento di opposizione non venga poi fermato, forse già oggi con un parere negativo dei relatori e certamente del governo, ma è un segnale ceh si può leggere come un avvertimento della maggioranza al governo, finalizzato a trovare una soluzione sull'altra questione di una revisione prezzi uniforme. Il clamoroso recupero delle opere PNC definanziate Altro tema ad altissima tensione, già largamente illustrato da Diario DIAC il 18 giugno con l'articolo che si può leggere qui, è quello posto dagli emendamenti identici di Fratelli d'Italia (Zucconi), Forza Italia (Squeri) e Lega (Furgiuele) che puntano, con una marcia indietro clamorosa, a recuperare una quota consistente delle opere comprese nel Piano nazionale complementare (PNC) al Pnrr che furono definanziate per iniziativa dell'allora ministro Fitto e del ministro dell'Economia Giorgetti. Il decreto legge 19/2024 in termini quanto mai drastici disponeva che venissero cancellate dal Pnc le opere non ancora appaltate alla data di entrata in vigore, nel marzo 2024. La maggioranza non ha mai gradito l'atteggiamento drastico di Fitto e Giorgetti e ora torna all'attacco del Mef (Fitto ormai è volato in Europa), chiedendo il rifinanziamento delle opere che rispettino alcune condizioni: siano già stato oggetto di valutazione e abbiano ottenuto il permesso alla costruzione o all'esercizio, siano cantierabili entro sei mesi dalla data di concessione del contributo del Mit, contribuiscano al superamento dei divari infrastrutturali, di servizio e occupazionale. L'istanza dei soggetti proponenti va presentata al Mit entro trenta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del decreto. L'obiettivo davvero paradossale è "garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale complementare agli investimenti del Pnrr (Pnc)". Un piano smanetallato che ora la maggioranza reclama sia ripristinato per la gran parte, almeno nella sua parte strategica. Un terzo fatto politico che va segnalato - dopo le polemiche seguite allo stralcio da parte del Quirinale delle norme sui controlli antimafia sul Ponte - è l'accantonamento (senza parere negativo dei relatori) di tre emendamenti identici presentati dalle opposizioni Pd, M5S e Verdi/Sinistra per rafforzare ed estendere i controlli antimafia anche ai subappalti più piccoli del Ponte sullo Stretto. Emendamenti dei relatori e del governo Oggi è atteso un pacchetto di 7-8 emendamenti propri dei relatori. Potrebbe essercene qualcuno anche sul nodo autostradale, anche questo già caldo fra le forze politiche. Depositata ieri una proposta del governo che ricomprende fra le cause per la perdita di onorabilità anche il caso in cui la persona riceva una comunicazione antimafia interdittiva. Il nodo autostradale. ---End text--- Author: Giorgio Santilli Heading: Highlight: Image: -tit_org- DI Infrastrutture: al via la battaglia sulla revisione prezzi, paruti con le Imprese. Corsa al recupero di opere PNC -sec_org-