CORRIERE TORINO
Dir. Resp. Luciano Fontana
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Edizione del 01/07/2025
Estratto da pag. 2
Cirio non accontenta Lo Russo sul piano regolatore di Torino «Per quello occorre la riforma»
Il sindaco avrebbe voluto di più. Si apre il cantiere per la legge
CiriononaccontentaLoRusso sulpianoregolatorediTorino «Perquellooccorrelariforma» Il sindaco avrebbe voluto di più. Si apre il cantiere per la legge D ue delusioni in meno di una settimana. Prima il pacchetto di sanzioni anti-Askatasuna e Barattolo, a cui il presidente Alberto Cirio si è dovuto piegare per non entrare in rotta con l’ala più estrema della sua maggioranza. Ora il mancato accoglimento delle modifiche alla legge urbanistica regionale che il sindaco Stefano Lo Russo aveva chiesto di inserire nel «Cresci Piemonte», con l’obiettivo di sbloccare la revisione del Piano Regolatore di Torino. Questa volta non certo per divergenze di natura politica. A dispetto degli annunci dei mesi scorsi, alla fine il governatore ha dovuto fare i conti con gli aspetti più tecnici del problema e rimandare la questione posta dal primo cittadino alla riscrittura totale della Legge Astengo. Una riforma, quella della norma risalente al 1977, di cui si parla da almeno vent’anni e su cui ora la giunta regionale ha deciso di istituire il «Tavolo di confronto per la nuova legge urbanistica». Non la legge speciale, insomma — che all’ultimo è stata estesa anche agli investimenti privati e non solo a quelli pubblici — ma sarà la riforma (se mai ci sarà) a dover dare risposta ai problemi sollevati da Lo Russo. Il sindaco aveva scritto infatti al governatore esprimendo apprezzamento per il cosiddetto «Cresci Piemonte», ma chiedendo due emendamenti: il dimezzamento dei tempi per l’approvazione non solo delle varianti ai piani regolatori più semplici, ma anche ai grandi interventi infrastrutturali e ai nuovi piani regolatori generali (su cui Palazzo Civico è al lavoro da anni), tagliando il passaggio della cosiddetta «proposta tecnica», per passare direttamente dal «progetto preliminare» a quello «definitivo». «Una modifica circoscritta — l’aveva definita Lo Russo — ma capace di incidere in maniera significativa sui tempi del procedimento». Modifica che però non è stata accolta dalla giunta regionale, che nel suo disegno di legge si è limitata a dimezzare, almeno sulla carta, da 120 a 60 giorni i tempi per la seconda conferenza di pianificazione. Cirio prende tempo, insomma. E promette che ne parlerà al momento della riforma. «Se la proposta della giunta non dovesse recepire le proposte del Comune, prevedendo un mero taglio dei tempi, che tanto è solo sulla carta ma non nella realtà di uffici regionali con risorse e personale limitato — preannuncia il consigliere del Pd, Daniele Valle — faremo degli emendamenti. Per il resto, mi fa piacere che dopo sei anni di governo, il presidente Cirio scopra la necessità di riformare la legge Astengo». Il rischio è che Torino debba continuare a lavorare sul nuovo Piano Regolatore senza un orizzonte certo. Palazzo Civico è impegnato da anni su uno strumento che dovrebbe accompagnare la trasformazione urbana della città, tra rigenerazione, aree dismesse e nuovi servizi. Ma la «farraginosità delle regole e l’incertezza dei tempi frenano — aveva denunciato il sindaco — progettazione e investi© RIPRODUZIONE RISERVATA menti». ---End text--- Author: Redazione Heading: Highlight: ? Daniele Valle (Pd) Dimezzare i tempi non basta, occorrono procedure più snelle Proporremo modifiche Image:Sindaco Stefano Lo Russo -tit_org- Cirio non accontenta Lo Russo sul piano regolatore di Torino «Per quello occorre la riforma» -sec_org-