AFFARI E FINANZA
Dir. Resp. Mario Orfeo
Tiratura: 136337 - Diffusione: 150701 - Lettori: 829000
Edizione del 30/06/2025
Estratto da pag. 33
I colossi delle gestioni nel risiko dei condomini I grandi player assumono gli amministratori I nodi: trattamento dei dati e conflitti sulle forniture ddio vecchio amministratore? In Italia la gestione condominiale sta attirando l’attenzione di grandi player, e non solo del settore immobiliare ma anche assicurativo ed energetico. Il mercato è vasto e (quasi) tutto da conquistare, con oltre 1,2 milioni di condomini sparsi per tutto il Paese dove abitano circa 14 milioni di famiglie. A far gola ai grandi gruppi non è solo l’amministrazione in sé ma anche e in special modo - i servizi collegati: ogni stabile ha bisogno di una o più assicurazioni, di un gestore della luce e del gas (nel caso di riscaldamento centralizzato), di manutenzione ordinaria e, ogni tanto, di ristrutturazioni, opere straordinarie e interventi tecnici, che siano i citofoni muti o il cancello carrabile bloccato. In Italia tra i maggiori attori del A mercato c’è Unipol che, tramite la controllata UnipolHome ha rilevato Unicasa Italia. Quest’ultima è dal 2005 nel mercato delle amministrazioni condominiali e ha portato in dote al gigante assicurativo bolognese quasi 30mila unità immobiliari. Interpellata da A&F, Unipol ha scelto di non commentare. Rilevante anche il ruolo di GabettiLab, controllata della nota agenzia di real estate che nel 2025 ha acquisito Saemi, azienda specializzata nell’assistenza tecnica h24 ai condomini lungo tutto lo Stivale. Poi c’è Estia, gruppo torinese che a oggi amministra 1600 condomini per un totale di circa 35mila unità. A inizio anno il 51% di Estia è stato acquisito da Portik, un colosso dell’amministrazione condominiale in Spagna, Portogallo e Messico dove gestisce oltre 600mila proprietà. Da pochi giorni al gruppo Portik si è aggiunto Odevo, un pesce ancora più grande con 2 milioni di condomini “in pancia” in nord Europa, Regno Unito e Stati Uniti. Nel gruppo Portik c’è anche il gestore di energia E.on, seppure con una quota del 5 per cento. Ma cosa comporta, questo risiko, per gli italiani che vivono in condominio? Il dibattito è piuttosto polarizzato. Diversi amministratori “tradizionali” mettono in guardia da rischi per la trasparenza, la privacy e potenziali conflitti d’interesse, mentre le società più attive in questo mercato rivendicano una maggiore efficienza a costi inferiori per i proprietari di appartamenti. Su riviste di settore come Condominio Zero Problemi, ma anche sui canali social, si possono leggere più voci critiche. GB è un amministratore di un centinaio di condomini a Roma che preferisce restare anonimo e ha rifiutato un’offerta da uno di questi player: «Mi proponevano uno stipendio da circa 5.000 euro mensili per diventare un loro dipendente. Ho detto di no, in nome del rapporto di fiducia che mi lega alle assemblee che mi hanno scelto». Se la maggioranza di una società di amministrazione viene acquisita da un altro soggetto, non c’è alcun obbligo di comunicazione ai condomini. E secondo GB è questo il principale nodo: «Chi accetta non risponde più all’assemblea ma al suo datore di lavoro». E in ballo c’è un vero tesoro: quello dei dati. «Ogni amministratore deve redigere un’anagrafica condominiale che comprende dati preziosissimi per qualunque azienda del settore. Queste informazioni hanno un valore economico che fa gola a molti: credo sia doveroso che i condomini sappiano chi ne entra in possesso e cosa ci farà». Il professionista romano paventa anche la possibilità di conflitti d’interesse: «L’amministratore può orientare la scelta della ditta di pulizie, dell’operatore di luce e gas, l’assicurazione del fabbricato, il conto bancario: se la società per la quale dipende è attiva in uno o più di questi business, è probabile che sia orientato per scegliere la società interna al gruppo. E non è detto che la scelta sia nell’interesse dei condomini». Giuliano Garesio, ad di Estia, respinge le due tesi: «È vero, se la società di amministrazione rimane la stessa non c’è alcun obbligo di comunicare in assemblea un cambio di governance, tuttavia noi lo facciamo, ed è nel nostro interesse: preferiamo che i condomini ricevano le giuste informazioni da noi piuttosto che scoprirlo da una visura». E sul conflitto di interessi sottolinea come l’assemblea «resti, sempre e comunque, sovrana nella scelta di qualsiasi fornitore di servizi». Garesio non nega che in alcuni casi, Estia (così come i suoi competitor) proponga anche dei propri fornitori, «ma cercando sempre di offrire prezzi più bassi e maggior qualità. Poi la scelta è sempre del condomino». Al di là di questo, la narrazione dei player che si stanno inserendo in questo mercato, è quella della competenza, in un Paese in cui sono ancora molti gli amministratori improvvisati, che svolgono il compito come secondo lavoro. Estia scrive che 200mila amministratori su 250mila sono sprovvisti del corso di abilitazione: «Servirebbe un albo ufficiale degli operatori continua Garesio - ma anche maggior trasparenza contabile: i condomini approvano quasi sempre il rendiconto con entrate e uscite ma non vedono mai il bilancio vero e proprio, che oltretutto non viene revisionato da alcuna società indipendente». Anche Fabio Pucci, presidente di Uppi (Unione dei piccoli proprietari immobiliari), auspica un aggiornamento della normativa: «La novità dei grandi gruppi di amministrazione ci interessa molto, ma ci preoccupa anche un po’, soprattutto per quanto riguarda la gestione della privacy dei dati condominiali. Servirebbe una nuova legge sul condominio, che stabilisca obblighi di trasparenza per questi colossi». Avevamo chiesto anche un parere ad Anaci, l’associazione nazionale degli amministratori condominiali, ma non abbiamo avuto risposta. ---End text--- Author: Federico Formica Heading: Highlight: L’OPINIONE Diversi amministratori “tradizionali” mettono in guardia da rischi per la trasparenza, la privacy sui dati degli inquilini e potenziali intrecci di interessi 14 LE FAMIGLIE Il mercato da conquistare vale oltre 1,2 milioni di condomini dove abitano circa 14 milioni di famiglie L’OPINIONE Le società più attive in questo mercato rivendicano una maggiore efficienza a costi inferiori per i proprietari di appartamenti Image:ETTY IMAGES 1 1 La corsa alla gestione dei palazzi guarda ai servizi collegati: assicurazioni, luce e gas, manutenzioni -tit_org- I colossi delle gestioni nel risiko dei condomini -sec_org-