DIARIODIAC
Dir. Resp. Giorgio Santilli
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Edizione del 24/06/2025
Estratto da pag. 7
Città dell`acqua, dell`archeologia, di un GRA "inclusivo": su Roma Boeri vola alto. Ma Veloccia cerca spunti di concretezza: città degli uffici sull`asse Ovest, a Est stadio e Tecnopolo
Città dell'acqua, dell'archeologia, di un GRA "inclusivo": su Roma Boeri vola alto. Ma Veloccia cerca spunti di concretezza: città degli uffici sull'asse Ovest, a Est stadio e Tecnopolo IL LABORATORIO ROMA 2050 23 Giu 2025 di Giorgio Santilli La Roma di Francesco Rutelli e di Wlater Tocci fu la Roma della "cura del ferro" che non si realizzò tutta, ma fu uno straordinario progetto di modernizzazione della mobilità di una città ferma da trent'anni, che ha conquistato poco a poco i cittadini romani e i turisti. La Roma di Walter Veltroni fu la Roma della Cultura e una ritrovata capitale mondiale del Cinema, con la nascita del Festival. Ancora prima, si potrebbero citare lo Sdo degli anni 50-60 e l'Estate romana di Renato Nicolini per ricordare progetti iconici capaci di orientare uno sviluppo nuovo e un'idea precisa, straordinariamente messa a fuoco, di questo sviluppo. Che Roma sia quella di Roberto Gualtieri, e da quale progetto-chiave debba essere trainata, ancora non si capisce. E non aiuta un granché a capirlo la presentazione fatta ieri in Campidoglio dei risultati di Laboratorio Roma 2050. Un ambizioso progetto di visione "alta", altissima, della Capitale, a più piani, più scenari e più direttrici, coordinato da Stefano Boeri, anzi, in perfetto stile Stefano Boeri, uno dei più ascoltati in fatto di trasformazioni urbane, senza però la dirompente e innovativa visione del Multiplicity di 25 anni fa (anche allora, come ieri, sostenuto da Rem Koolhaas), sempre però con il coinvolgimento di brillanti architetti junior e meno junior, la parte più fresca della mattinata. A voler sintetizzare questa visione alta basta forse dire - aldilà della cassetta di Atlanti, Affreschi e Carte - che la Roma proposta da Boeri per i prossimi 25 anni, è la "Città dell'Acqua, dell'Archeologia e di un Gra completamente trasformato" da barriera a fattore di inclusione (?). Ora, l'Acqua "urbana" va molto di moda a chiacchiere ma lavorarci con progetti veri è durissima (parlare con Erasmo D'Angelis o Mauro Grassi), l'Archeologia a Roma non sembra proprio una trovata geniale e il GRA si potrebbe anche chiamare mission impossibile, ammesso che alla verde Roma serva un altra cintura verde e non un serio progetto (ancora prioritario) di mobilità sostenibile. Tralasciamo il concetto di città-arcipelago con le 252 isole urbane che richiederebbe una riflessione approfondita sull'utilità di spezzettare, separare, dare autonomia dei 15 minuti, inseguire il mito della prossimità a tutti i costi, andando in direzione diametralmente opposta al Piano regolatore delle centralità e dei nuovi poli urbani (10, non 252) redatto da Veltroni e Roberto Morassut. L'esposizione del Laboratorio è bastata, però, a esaltare il sindaco Gualteri, che, oltre a definire "bellissimo" il lavoro di Boeri - e in effetti interessante lo è in termini di dati raccolti e forse anche nel monitoraggio dei 1.200 cantieri avviati da Gualtieri per tentare di inserirli in una "cornice unitaria" ex post - ha deciso anche di bearsi delle molte pubblicazioni di architettura nel mondo che si sono occupate recentemente di Roma. Per fortuna c'era Maurizio Veloccia, verrebbe da dire. Ed è proprio così. Nella foto postata a destra e a manca dei quattro partecipanti al tavolo, l'assessore all'Urbanistica è di gran lunga il meno noto e il meno "alto", ma ieri questa caratteristica è diventata forza della ragione, come si è visto non solo nel tentativo di prendere quel poco di concreto e percorribile che c'è nel lavoro di Boeri, ma anche nella parole usate per fare professione di realismo e distinguersi come uno che vuole stare con i piedi per terra in una mattinata di voli pindarici. "Roma - ha detto a un certo punto del suo discorso Veloccia - non ha più il tempo di pensare. Il tempo del pensiero lo ha sprecato nei dieci dodici anni scorsi e ha pensato poco. Quindi la prima sfida è riuscire a pensare facendo. Non vorrei ritirare fuori quel pianificare facendo, però la necessità è oggi di riattivare la città, riuscendo allo stesso tempo a inserire questa azione all'interno di un sistema di valori effettivi e di azioni coerenti". Solo con queste parole, che possono sembrare delle mazzate all'approccio di Boeri, si è invece ridato un carattere meno marziano al lavoro presentato e all'intera mattinata. E per spiegare meglio che cosa intendesse rispetto all'esercizio di pensiero che si stava facendo, Veloccia è andato a pescarsi gli aspetti più concreti del lavoro di Boeri - ma che facessero parte del lavori di Boeri lo ha detto lui, Veloccia, perché nessuno ne aveva parlato - e li ha proposti come casi in cui pensiero e azione lavorano insieme. "Penso - ha detto l'assesssore - a tante questioni che propone il Laboratorio, per esempio quella di ripensare lo sviluppo della direzionalità pubblica non più verso Est, come si immaginava con l'asse attrezzato, lo storico SDO, ma orientata in direzione opposta, verso Ovest, quindi verso l'Eur e verso Ostia. Quando io penso allo sviluppo verso Ovest della città degli uffici, penso a quello che sta facendo l'Agenzia del Demanio, che sta lavorando sui tanti immobili localizzati all'Eur e ci sta trasferendo alcuni ministeri. Il Ministero dell'Ambiente, per esempio, che era destinato ad andare a Pietralata". La riflessione non si è fermata qui. "Allora - ha continuato Veloccia - da un lato c'è lo Stato che sta immaginando di ricostruire all'Eur una struttura, una centralità direzionale anche pubblica, in coerenza con quello che noi contemporaneamente stiamo immaginando su Ostia, Soltanto tre anni fa ci domandavamo se non si sarebbe dovuto trasformare l'Eur in un vero e proprio quartiere residenziale perché dopo il Covid immaginavamo che la direzionalità fosse morta e invece ora si inaugurano nuovi uffici proprio lì". E a Ovest? "A Ovest anzitutto c'è lo stadio, a Pietralata, e anche questa idea è stata profondamente ripensata nel senso di una vocazione sportiva di intrattenimento che non c'era. Al tempo stesso con la Fondazione Tecnopolo e con la Sapienza stiamo creando un'area dedicata alla ricerca e all'innovazione e quindi un grande studentato, un grande campus". Ostia, infine. "Vogliamo finirla con l'idea di un mare che appartiene a una specie di comune a sé che non è un comune. Vogliamo che torni il mare di Roma e la carta del futuro è che Ostia sia la porta di accesso a Roma dal centro del Mediterraneo e, da lì, all'Europa del Sud. Vogliamo riconfigurare tutto il lungomare di Ostia facendo una enorme pedonalizzazione, che non è solo investimenti importanti, compreso l'ammodrenamento della Metromare, ma è anche la possibilità di connettere in modo stabile Ostia con la città consolidata di Roma". Non saranno i grandi progetti visionari che caratterizzano l'amministrazione di un sindaco, ma almeno si è parlato di progetti. ---End text--- Author: Giorgio Santilli Heading: IL LABORATORIO ROMA 2050 Highlight: Image: -tit_org- Città dell'acqua, dell'archeologia, di un GRA "inclusivo": su Roma Boeri vola alto. Ma Veloccia cerca spunti di concretezza: città degli uffici sull'asse Ovest, a Est stadio e Tecnopolo -sec_org-