CORRIERE DI VERONA
Dir. Resp. Alessandro Russello
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Edizione del 24/06/2025
Estratto da pag. 12
Ora parlano i dati: gli affitti brevi fruttano il triplo di quelli ad uso abitativo
Il focus/1 Ora parlano i dati: gli affitti brevi fruttano il triplo di quelli ad uso abitativo VENEZIA Il sospetto ci era venuto, vista la proliferazione contagiosa del fenomeno degli affitti brevi, ma ora un approfondimento mirato, condotto dalla sede regionale della Banca d’Italia all’interno del suo rapporto annuale, ne certifica lo straordinario vantaggio competitivo (e le conseguenti ricadute sul mercato immobiliare circostante): affittare ai turisti conviene di più - in alcuni casi molto di più - rispetto ai contratti di locazione a uso abitativo. Per andare sul concreto, conviene anche tre volte tanto: se un affitto tradizionale produce, per il proprietario dell’immobile, un introito medio di 12 mila euro lordi all’anno, con gli affitti brevi si può arrivare a sfiorare i 36 mila euro lordi. Questo conteggio vale sopratutto, con alcune eccezioni balneari, in quei 45 comuni del Veneto (tra i quali rientrano quasi tutte le città cap o l u o g o , co n Ve n e z i a e Verona in testa, alcune località limitrofe, 16 comuni di montagna, 7 litoranei e 12 del comprensorio del Grada) dove si concentra l’89% degli alloggi a uso turistico e il 72% delle strutture alberghiere, per un’offerta complessiva che vale l’86% degli oltre 73 milioni di presenze turistiche regionali. In questo «distretto diffuso» dell’ospitalità veneta, nel 2024 si è registrato un aumento di quasi un terzo del numero di giorni medi prenotati (da 110 a 139 giorni l’anno), con una particolare intensità per le nostre città d’arte. Combinando gli effetti dell’aumento del numero medio dei giorni occupati con l’incremento dei prezzi praticati alla clientela, ecco che si comprende come mai risulti sempre più vantaggioso, per i proprietari, affittare per brevi periodi a uso turistico piuttosto che a uso abitativo. Il vantaggio non si produce, invece, nelle località di mare, dove la stagione turistica più breve toglie appeal economico agli affitti brevi. Tutto questo, in ogni caso, non rimane senza conseguenze. La prima delle quali, come hanno già sperimentato molte città interessate dal fenomeno, tocca direttamente alcune categorie di cittadini non turisti: «La maggiore intensità dell’attività turistica - sta scritto nel focus di approfondimento della sede regionale di Bankitalia - potrebbe creare fenomeni di spiazzamento (all’atto pratico, il condizionale si può anche togliere, passando direttamente all’indicativo, ndr) per residenti, lavoratori e studenti fuori sede, determinando un maggiore ricorso al pendolarismo o la scelta di residenze alternative per lavoro e studio». Detto in altre parole: se il fenomeno andrà avanti con queste proporzioni, per uno studente fuori sede delle università di Verona, Padova o Venezia, trovare un alloggio sarà impresa molto più difficile che conseguire la laurea. A.Z. © RIPRODUZIONE RISERVATA ---End text--- Author: Redazione Heading: Highlight: Raffronto L’introito annuo lordo per i proprietari può arrivare a 36 mila euro contro 12 mila Image: -tit_org- Ora parlano i dati: gli affitti brevi fruttano il triplo di quelli ad uso abitativo -sec_org-