L'ECONOMIA
Dir. Resp. Luciano Fontana
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Edizione del 23/06/2025
Estratto da pag. 21
MILANOSESTO, CHANCE PER IL TERRITORIO PRONTI A SBLOCCARE IL PROGETTO Il presidente della società che gestisce il più grande progetto di riqualificazione industriale in Europa spiega conti e strategie. E annuncia: stiamo lavorando per avviare un secondo lotto ALESSANDRO RIVERA niamo possibile conciliare gli interessi delpubblico e del privato. Possiamo e vogliamo cercare di andare oltre». d i C AR LO C I NEL L I «S esto deve uscire dall’impasse. Questo progetto deve ripartire». La richiesta di «aggiornamento» che dovrebbe preludere a un nuovo masterplan — sarebbe il quinto della storia (il primo nel 1995) — resta. Accompagnata però da un’apertura alle sollecitazioni della controparte, l’amministrazione comunale, sull’avvio di un nuovo lotto, il secondo. A Sesto San Giovanni, inteso come il progetto di riconversione di un’area industriale, il più grande in Europa, che la città metropolitana di Milano cova da un tempo infinito, qualcosa si muove. Alessandro Rivera, presidente di MilanoSesto, la società che gestisce il piano di riconversione delle ex area Falck, sceglie di fare la sua mossa in coincidenza con la pubblicazione del primo bilancio di quella che alla metà dello scorso anno si è trasformata in una scatola societaria, una Sicaf, una società di investimento a capitale fisso, più adeguata per gli operatori, tutti italiani, che hanno partecipato a un riassetto da quasi un miliardo. Bilancio «È il primo bilancio completo, resta ancora una passività di 19 milioni per effetto di oneri finanziari pregressi, ma è la normalità per un progetto di sviluppo nelle sue fasi iniziali, prefigura già quest’anno il pareggio», spiega Rivera che guida la struttura partecipata oggi dalla Coima di Manfredi Catella e da Redo, la sgr inventata nei primi anni Duemila da Giuseppe Guzzetti ora presieduta da Carlo Cerami e guidata dal ceo Fabio Carlozzo. I due gruppi, attraverso Coima Sesto Fund e Redo Sesto Fund, hanno guidato la complessa operazione finanziaria che ha portato le banche creditrici, Intesa, Unicredit, Banco Bpm e Ifis a convertire parte del debito in equity. Il documento di bilancio serve anche a inquadrare le caratteristiche di un progetto fermo da trent’anni e passato per quattro gestioni imprenditoriali e diverse giunte, che oggi è contraddistinto da una nomenclatura in 13 comparti: Unione 0, Unione 1, Unione 2, Parco Unione, Unione Nord, CdSR, Triangolo, Concordia, Cava Melzi, Trai, Transider, Vittoria A, Vittoria B. «Il progetto di riqualificazione — spiega il testo depositato in questi giorni — rappresenta, su scala europea, il più importante programma di rigenerazione e di riconversione di un sito industriale dismesso, interessando una superficie di circa 1,4 milioni di metri quadrati, pari a circa 1/8 della superficie complessiva del Comune di Sesto San Giovanni. L’Area è ubicata in posizione centrale e strategica nell’ambito dell’area vasta della Città Metropolitana di Milano, già oggi facilmente raggiungibile in pochi minuti dal centro di Milano - da cui dista soli 6 km - grazie ai collegamenti ferroviari ed alla linea M1 della rete metropolitana milanese, oltre a diverse arterie viabilistiche, anche di rango primario. L’Area risulta inoltre essere connessa e facilmente raggiungibile dai principali aeroporti di Milano – dista soli 14 km da Milano Linate e 56 km da Milano Malpensa – oltre che dall’aeroporto di Bergamo Orio al Serio (44 km)». Le dimensioni dell’opera lascerebbero perplesso più di un manager e senz’altro hanno provocato sconquassi in diverse realtà. Rivera, che da direttore generale del Tesoro per cinque anni, dal ‘18 al ‘22, e prima ancora alla Direzione IV di via XX Settembre, ha gestito alcuni tra i dossier più rilevanti della recente storia repubblicana, attraversando una raffica di crisi bancarie (e uscendone con successo, tanto che in queste settimane di risiko si ricorda spesso il suo ultimo colpo, la ricapitalizzazione di Mps, avvenuta senza un euro del consorzio bancario) ha però il passo del negoziatore. Anzi del «maratoneta», sua antica passione (3 ore e 12, secondo un gustoso ritratto di Nicola Sald i C AR LO C I NEL L I dutti nell’archivio de L’Economia). E anche se «ora non riesco più ad allenarmi» il piede resta. E sulla «rigenerazione urbana», in senso largo, sta prendendo il ritmo, tanto da aver accettato in questi giorni la richiesta del sindaco Roberto Gualtieri di assumere la presidenza dell’Atac, la municipalizzata dei trasporti della Capitale («con Gualtieri al Tesoro abbiamo lavorato con grande sintonia», spiega). Ma tornando a Sesto San Giovanni, finora per l’area a Nord Est di Milano si è lavorato al primo lotto, quello di Unione Zero, gestito da Prelios, Hines e Cale Street e partecipato dalla stessa MilanoSesto: 250 mila metri quadrati da riqualificare. «MilanoSesto ha consentito di riavviare i lavori con una serie di interventi abilitanti, tra l’altro assumendo 80 milioni di oneri per le opere di urbanizzazione del primo cluster, rispettando gli impegni. Ma il progetto per Sesto San Giovanni — osserva Rivera — va ripensato in termini di sostenibilità e fruibilità delle aree e di articolazione dei servizi pubblici. Andrebbe ripensato anche il percorso urbanistico seguito finora. La discussione l’abbiamo avviata scrivendo al comune, nostro principale interlocutore. Ad oggi non abbiamo una convergenza di vedute su come procedere. Il comune ritiene preferibile un approccio progressivo e che si vada per fasi successive e si lavori per rendere realizzabile un ulteriore passaggio su un’area aggiuntiva rispetto a quella di Unione Zero. È un’istanza sulla quale possiamo lavorare: stiamo confrontandoci con loro su un nuovo lotto. Avremmo auspicato di poter rivedere il progetto nel suo complesso per assicurarne la sostenibilità di lungo termine. Ma siamo pragmatici, con il comune ci dobbiamo lavorare e dunque con loro stiamo lavorando, in questa direzione». Rispetto al Comune di Sesto che aveva alzato le barricate sull’intangibilità del parco cittadino da 45 ettari è una resa? «No. La discussione sulla necessità di rivedere e ricalibrare il masterplan resta, ma riteniamo possibile conciliare gli interessi delpubblico e del privato. Possiamo e vogliamo cercare di andare oltre». E cosa c’è «oltre»? «Stiamo parlando — spiega il presidente di MilanoSesto — dei volumi da realizzare e della loro collocazione sul territorio. È chiaro che dal punto di vista dell’appetibilità la collocazione della stazione ferroviaria e della metro ha un’incidenza non banale. Certo, abbiamo chiesto una riflessione anche sugli spazi verdi, perché il parco cittadino è un’istanza da accogliere e soddisfare, ma la fruibilità del verde pubblico è altrettanto importante per non ripetere errori del passato. Anche sulla valorizzazione degli edifici storici servirebbe un dialogo: la municipalità giustamente vuole conservare alcune testimonianze delle radici industriali dell’area. Che poi vanno però conservate nel modo giusto, con attenzione alle compatibilità e ai costi». Avanti nel negoziato, dunque. Con un’apertura sul tavolo. E l’attenzionead ad altri soggetti. «Continuo a pensare che la vocazione di questo progetto vada aggiornata».Rivera fa riferimento alla Città della Salute: 200 mila metri quadrati per l’Istituto dei tumori e il Besta con un investimento gestito dalla Regione Lombardia (e oggetto di roventi polemiche nella maggioranza di centrodestra). «Ha un potenziale importante — osserva Rivera — può essere un catalizzatore per fare un polo della salute e della ricerca, Avrà ricadute importanti anche per le aree residenziali. Analogamente, credo dovremmo interrogarci sui distretti produttivi della moda, del design e della tecnologia. A un passo da Sesto c’è la Brianza. E vogliamo parlare di Intelligenza Artificiale o di robotica?». Poi il manager ricorda che la virtù del maratoneta è la costanza di allenamento. «Per ora serve sbloccare il progetto. E la nostra iniziativa va in quella direzione. Se l’approccio è “andiamo per gradi”, noi andremo per gradi. Se l’approccio dovesse essere più ambizioso per sviluppare il potenziale di Sesto, noi ci saremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA ---End text--- Author: CARLO CINELLI Heading: ALESSANDRO RIVERA niamo possibile conciliare gli interessi delpubblico e del privato. Possiamo e vogliamo cercare di andare oltre». Highlight: La discussione sulla necessità di rivedere il masterplan resta, ma riteniamo possibile conciliare gli interessi del pubblico e del privato ? Il personaggio Abruzzese, 54anni maratoneta, il suo tempo migliore è 3 ore e 12 minuti , Alessandro Rivera ha avuto una lunga carriera in via XX Settembre, prima alla direzione IV, poi da direttore generale con diversi ministri: Giovanni Tria, Roberto Gualtieri, Daniele Franco e Giancarlo Giorgetti. Lasciato il Tesoro, ha mantenuto un carnet di impegni rilevante: è presidente di MilanoSesto, advisor di Bain Capital e presidente di DoValue. In questi giorni ha accettato l’incarico di presidente di Atac, la municipalizzata di Roma per i trasporti. Image:Lavori in corso La nuova stazione progettata da Renzo Piano Building Workshop e Ottavio Di Blasi & Partners Lavori in corso La nuova stazione progettata da Renzo Piano Building Workshop e Ottavio Di Blasi & Partners Il presidente de il più grande pro industriale in e strategie. E ann per avviare -tit_org- Milanosesto, chance per il territorio pronti a sbloccare il progetto -sec_org-