REPUBBLICA MILANO
Dir. Resp. Mario Orfeo
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Edizione del 23/06/2025
Estratto da pag. 2
Caro affitti, negozi storici in fuga "Centro a rischio desertificazione - Affitti sempre più alti negozi in fuga dal centro "Così si rischia il deserto"
L'allarme parte da piazza XXV Aprile dove hanno già chiuso due locali da tempo in attività I canoni sono aumentati anche del 50 per cento. Cresce la preoccupazione dei commercianti - In piazza XXV Aprile hanno chiuso in poco tempo Princi e Cargo "C'è
Caro affitti, negozi storici in fuga “Centro a rischio desertificazione L’allarme parte da piazza XXV Aprile dove hanno già chiuso due locali da tempo in attività I canoni sono aumentati anche del 50 per cento. Cresce la preoccupazione dei commercianti Affitti sempre più alti negozi in fuga dal centro “Così si rischia il deserto” In piazza XXV Aprile hanno chiuso in poco tempo Princi e Cargo “C’è chi si sposta in periferia, qui ormai degrado e poca gente” anoni di affitto in aumento dal 30 al 50 per cento e il rischio che la chiusura delle realtà storiche inneschi una reazione a catena portando alla desertificazione di piazza XXV Aprile. Già due attività hanno abbandonato la zona: la panetteria Princi e il negozio di design Cargo. A alle pagine 2 e 3 C anoni di affitto in aumento dal 30 al 50 per cento rispetto a qualche anno fa e il rischio che la chiusura delle realtà storiche inneschi una reazione a catena portando alla desertificazione di piazza XXV Aprile. Qualche mese fa ha abbassato la saracinesca Tramé, il fastfood di tramezzini veneziani. Poi è stato il turno della storica panetteria Princi, all’angolo con viale Pasubio, che nonostante l’investimento economico nella ristrutturazione del negozio progettato dall’architetto Antonio Citterio, non ha rinnovato il contratto di affitto. Ora, ad annunciare l’addio a piazza XXV Aprile dopo 36 anni, è Cargo, storico negozio di mobili e arredo per la casa C in stile industrial. La catena — che fa capo alla società HighTech — ha ricevuto l’avviso di sfratto per il punto di vendita di piazza XXV Aprile dopo un contenzioso con il proprietario delle mura sul tema dell’affitto. «Dopo quasi quarant’anni da residente, High-Tech — spiegano sui social — riceve lo sfratto dai tortuosi locali che furono della fabbrica d’inchiostro del Corriere della Sera in piazza XXV Aprile per far posto a nuove speculazioni immobiliari, servizi per la “popolazione fluttuante” o nuovi locali per l’happy hour, o chissà. È il Modello Milano, che allontana cittadini e piccole imprese dal centro per far spazio a speculazioni immobiliari e locali per l’aperitivo». Il fondatore, l’architetto Mauro Bacchini, spiega: «Pagavamo già 170 mila euro di affitto l’anno, con la trattativa sono arrivati a chiederci quasi il doppio e altre condizioni non sostenibili». A dare nuovo lustro alla zona potrebbe essere il completamento della ciclabile della Cerchia dei Bastioni che, nei piani del Municipio 1. Con le vetrine chiuse il rischio, secondo i commercianti della zona, è che la piazza possa finire in stato di abbandono. «Siamo molto preoccupati per l’addio di questi negozi — spiegano i titolari della pizzeria Peperino — . Qui c’è sempre meno afflusso di gente. La panetteria era un presidio, un posto riconosciuti. Così come Cargo, sapere che lascerà la piazza è un’altra cattiva notizia. I prossimi a lasciare la zona potremmo essere noi, anche prima di arrivare alla scadenza del contratto di affitto». Anche in viale Pasubio si contano alcune saracinesche abbassate. «Passano poche persone. La piazza è sempre meno frequentata a causa del degrado», raccontano dal bar Punto 7. «Da dopo il Covid — spiega Alberto Baldaccini, presidente del Consorzio di pubblici esercizi di Corso Como — c’è stata una contrazione dei margini per il settore delle ristorazione e dei bar. Mentre i proprietari dei locali hanno aumentato i canoni di locazione, seguendo l’andamento del mercato. Le vetrine del centro storico rischiano sempre di più di chiudere e trasferirsi in periferia. Tanti valutano di andarsene. Affitti che dieci o vent’anni fa erano sostenibili oggi sono raddoppiati e le attività commerciali quando arrivano al momento del rinnovo del contratto hanno poca scelta». In un anno a Milano, secondo i dati del registro delle imprese, si sono perse 468 insegne, la maggior parte delle quali occupavano spazi nel centro storico. Quali soluzioni quindi? «Sono tre fondamentalmente le cose da fare ora — spiega Marco Barbieri, segretario di Confcommercio Milano e di Confcommercio Imprese per l’Italia — . Per favorire la locazione dei negozi vanno siglati, prima di tutto, dei patti locali tra Comune, proprietari e associazioni del commercio, nella logica di diversificare le tipologie merceologiche nelle diverse zone. Vanno, poi, incentivati gli affitti a canone calmeriato con il ricorso, per esempio, alla cedolare secca che andrebbe estesa ai negozi di vicinato». Ultimo tassello per Barbieri sono poi «dei progetti di riqualificazione urbana: i contesti devono essere idonei per avviare le attività commerciali. Per fare questo serve sostegno economico per tenere insieme tutti gli aspetti per la creazione di distretti commerciali urbani». ©RIPRODUZIONE RISERVATA ---End text--- Author: MIRIAM ROMANO Heading: Highlight: Il marchio dei mobili lascia dopo 36 anni “Impossibile farcela, canone raddoppiato” In un anno si sono perse 468 insegne in città la maggior parte nelle zone del centro Image:T Negozi che abbassano la saracinesca in piazza XXV Aprile Piazza XXV Aprile è stata riqualificata nel 2012 con una nuova pavimentazione e arredi urbani e con l’inaugurazione del maxi parcheggio sotterraneo R -tit_org- Caro affitti, negozi storici in fuga “Centro a rischio desertificazione Affitti sempre più alti negozi in fuga dal centro “Così si rischia il deserto” -sec_org-