STAMPA TORINO
Dir. Resp. Andrea Malaguti
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Edizione del 22/06/2025
Estratto da pag. 53
Buco nero Porta Susa
Buco nero Porta Susa Slitta di sei mesi l’avvio dei lavori di riqualificazione della vecchia stazione, annunciati per questo mese di giugno In attesa della costruzione del nuovo hotel, l’area sul retro dello scalo è tornata a essere terra di bivacchi CARACCIOLO L a riqualificazione può attendere. Occorreranno altri sei mesi per l’avvio dei lavori nella vecchia stazione di Porta Susa, che erano stati annunciati per questo mese di giugno. La previsione è della Vastint Italy, azienda proprietaria dell’area. Sono stati due i fattori che hanno allungato i tempi per l’apertura del cantiere, che porterà alla realizzazione di un hotel di sette piani con 203 camere. L'elaborazione del progetto da parte della proprietà, complici alcuni elementi strutturali inizialmente non previsti, si è rivelata più complicata del dovuto. A questo si è aggiunta la difficoltà di reperire imprese edili pronte a farsi carico, in questi mesi estivi, della partenza dell’opera di restyling. Ecco perché scatterà a dicembre, salvo ulteriori intoppi, l’operazione “Scalo 1856”, che prevede due anni di lavori e un investimento di 40 milioni di euro. Per il momento gli unici ponteggi restano quelli che i torinesi incontrano in piazza XVIII Dicembre da quasi due anni. Li aveva allestiti la proprietà dopo il crollo di giugno 2023, quando era venuto giù il tetto dell’ex biglietteria, in stato di abbandono da quindici anni. Oltre 200 metri quadrati di vecchie tegole e travi in legno erano cedute di schianto, fortunatamente senza conseguenze. Da tempo l’ex scalo era abitato da senzatetto e disperati, che in quel momento si erano allontanati. Il problema dei bivacchi, risolto dopo quell’episodio, si è riproposto nelle ultime settimane. Lo testimoniano i rifiuti e le coperte all’interno del rudere, al quale si accede da un varco che qualcuno ha aperto tra le transenne. Il piano della Vastint, insieme all’albergo, prevede un ristorante a doppia altezza, una terrazza affacciata su piazza XVIII Dicembre, una conference e meeting room e un lounge bar. Oggi, invece, in quell’area altro non c’è che muri scrostati e calcinacci. È qui che si incontrano due materassi, arrotolati l’uno nell’altro accanto al muro. Poco più in là, un gruppo di bottiglie vuote appoggiate a un cubo di cemento. È il mondo nascosto al di là delle barriere metalliche, dove un tempo era continuo il viavai di passeggeri. Non c’è ancora traccia neanche del giardino aperto al pubblico, con panchine e giochi, altro elemento del progetto di riqualificazione dello scalo. Per il momento il verde dell’area è una gigantesca distesa di erba incolta, con altre bottiglie e numerosi sacchetti pieni di rifiuti. E dire che otto mesi fa tutto sembrava pronto. La stessa Vastint aveva reso noto che il progetto aveva ottenuto l’ultimo via libera, quello della Soprintendenza. «Sarà un hotel eco-friendly», realizzato con «materiali sostenibili e moduli prefabbricati in legno» aveva annunciato la proprietà. Poi erano emersi gli intoppi. Salvo sorprese la Vastint metterà a bando i lavori entro inizio luglio, così da individuare le ditte costruttrici entro ottobre-novembre. Subito dopo sarà aperto il cantiere. — ---End text--- Author: PIER FRANCESCO Heading: Highlight: Image:Il ponteggio in piazza XVIII Dicembre, allestito dopo il crollo del tetto, risalente a giugno 2023 Due coperte avvolte l’una nell’altra sul retro dello scalo FOTO REPORTERS Bottiglie vuote e resti di cibo nel verde, tra i fili d’erba incolta -tit_org- Buco nero Porta Susa -sec_org-