REPUBBLICA ROMA
Dir. Resp. Mario Orfeo
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Edizione del 20/06/2025
Estratto da pag. 3
Intervista a Massimiliano Fuksas -Fuksas: "Devono sparire sono brutte e dannose inquinano da sempre" - Fuksas "Brutte e dannose devono sparire"
Fuksas: “Devono sparire sono brutte e dannose inquinano da sempre” Fuksas “Brutte e dannose devono sparire” A a pagina 3 l’intervista di VALENTINA LUPIA e antenne sui tetti della Capitale? Sarebbero da rimuovere tutte: sono brutte e fanno male, sono un problema da sempre”. È categorico Massimiliano Fuksas, architetto romano tra i più famosi del mondo, autore della Lanterna, struttura in vetro e acciaio — oggi spazio per eventi — che attraversa i quattro piani dell’ex palazzo dell’Unione Militare al civico 157 di via Tomacelli, traversa di via del Corso, poi del sogno inimitabile della Nuvola dell’Eur, del progetto dell’aeroporto di Shenzhen in Cina, del Grattacielo della Regione a Torino, della Fiera di Rho-Pero. Quei ferri vecchi che svettano sui palazzi della città l’archistar li definisce nocivi. “Per la salute” quanto per gli edifici stessi. Il Comune sta pensando di intervenire con un regolamento per disciplinare l’installazione delle antenne dopo il caso del monolite spuntato al Celio, le cui autorizzazioni sono state prima concesse e poi revocate. Che ne pensa? «Potrebbero far male alla salute per le radiazioni elettromagnetiche e già per questo posso dire che personalmente dell’estetica e della copertura di queste antenne me ne importa fino a un certo punto. o da casa mia ne vedo tantissime e nella quasi totalità dei casi non si capisce nemmeno a cosa servano. Il Campidoglio vuole intervenire? Bene, lo facesse. Ma dandoci tempi certi: da cittadino voglio sapere se tra un anno quelle antenne staranno ancora lì o se finalmente non ci saranno più». Secondo gli ultimi dati della Cna sui tetti della Capitale ci sono 1,8 impianti tra antenne e parabole, di cui un milione in disuso. Un malcostume tutto romano? «Sì, stanno dappertutto. E quello di questi ferri vecchi è un tema: io abito agli ultimi due piani di un palazzo in centro storico e ne ho alcune a pochi metri. Non si sa nemmeno se si possono rimuovere ed eventualmente come procedere L per farlo. Anche perché, a dirla tutta, non sappiamo nemmeno di chi siano, né abbiamo idea di come scoprirlo». Da quando i tetti di Roma sono una giungla di ripetitori? «Quello delle antenne in cima ai palazzi non è un argomento che si scopre oggi. C’è sempre stato. Io sono nato a Roma, ma da sempre ciclicamente se ne parla. E nessuno ha mai fatto niente: è sempre stato un grosso squallido lavarsene le mani». Quali sono i criteri per realizzare, in pieno Centro, un’opera come la Lanterna? «È come chiedere a Mozart come comporre una sinfonia. È venuta fuori da uno spazio trascurato nel cuore di Roma, spogliato di infrastrutture superflue e trasformato in un pozzo di luce a tutta altezza che offre una prospettiva privilegiata sulla città. Ho restituito dignità al contesto e reinterpretato lo spazio con una visione inedita a visione inedita. ». Quanto è importante secondo lei preservare lo skyline di Roma? «Lo skyline è qualcosa di riconoscibile, che un pittore può disegnare a memoria. Ma è anche qualcosa che per sua natura è in continua evoluzione e se così non fosse la città si appiattirebbe. Quello di Roma è complesso, articolato, molto frammentato, con grandi elementi che sono le cupole e terrazze che si inseguono. In alcuni punti è molto bello, in altri mostruoso: dipende sempre, poi, da chi fa le sopraelevazioni. Le antenne sono però un’altra cosa: non ci dovrebbero proprio stare. E non si tratta dell’unico problema della città». Quali sono gli altri? «Bisogna guardare anche in basso, a ciò che c’è in strada: alla giungla di biciclette e monopattini che sfrecciano, alle macchine contromano, a controllare chi dorme nelle case vacanza che sono un disastro puro, a ripiantare tutto il verde che abbiamo perso negli ultimi anni. Piaghe per Roma quanto le antenne». ©RIPRODUZIONE RISERVATA ---End text--- Author: VALENTINA LUPIA Heading: Highlight: È importante che si definiscano tempi certi Vorrei sapere se fra un anno non le vedrò più La Lanterna di via Tomacelli fra le cupole barocche è nata in uno spazio trascurato nel cuore di Roma Image:T Un evento alla Lanterna, la struttura in vetro e acciao in via Tomacelli 157 firmata dall’archistar romano -tit_org- Intervista a Massimiliano Fuksas -Fuksas: "Devono sparire sono brutte e dannose inquinano da sempre" Fuksas “Brutte e dannose devono sparire” -sec_org-